Aiutaci a crescere e a mantenerti sempre informato sul tuo campione preferito. Aiutaci con una donazione PAYPAL!!!
lunedì 7 maggio 2007
Gli hanno fatto la macumba. Tutti a dire « che grande! », « non sbaglia mai! » , « è superman! » . Eccola là, arrivata secca la sentenza. E’ stata una gaffe perdonabile quella di Iezzo, non imperdonabile, non una papera perché il tocco di Cannavaro, impercettibile dicono i moviolisti, ha deviato la traiettoria del pallone e l’ha condannato. Capita, capita anche ai supereroi: un pallone innocuo (così sembrava...), un effetto velenoso, a zig- zag, le gambe che restano impalate nel terreno, gli occhi che chissà dove stanno, le mani si fanno saponetta, magari c’è una zolla di troppo, un ciuffo d’erba maledetto e la frittata è servita. Povero Iezzo, poveraccio, questa non se la meritava proprio. Ogni superman vive la sua giornata no, si trova addosso la luna nera che lo adocchia. L’ABITUDINE - Una buona abitudine, buonissima. Non può esser sempre giorno santo pure per S. Gennaro Iezzo, il calcio è così. Troppo viziato il Napoli. Troppo abituato bene per pensare che il suo portiere un giorno avrebbe potuto « tradirlo » . Avvoltoi e gufi stiano al loro posto, non si muovano adesso, non strillino.Gennarì resta un eroe, ha tenuto in piedi la squadra nei momenti più difficili del campionato, ha protetto la porta immolandosi per la patria, l’ha blindata volando da palo a palo, l’ha chiusa a doppia mandata parando rigori (due, decisivi, a Modena e a Treviso), sventando prodezze, sabotando attacchi in serie, trovandosi a tu per tu con gli attaccanti di turno e ipnotizzandoli alla grandissima. Una volta. Due volte. Tre volte e più a partita, che facciamo mettiamo tutto nel dimenticatoio? Impossibile. Non ha mai fiatato, pure in tempi di non silenzio stampa mai è uscito fuori allo scoperto per dire: « Ehi, cari compagni, ma dove diavolo siete? Qui arrivano da tutte le parti!» . Mai fatto, ha pensato al suo, si è allenato al massimo e anche oltre, ha stretto i denti e stretto i pugni. CONSOLATELO - Non ci credeva neanche lui, quell’attimo là è stato un incubo. Si era buttato a destra, quando si è girato e ha visto il pallone infilarsi sulla sinistra, gli è crollato il mondo addosso. Non si è capacitato, ma cosa è successo? Questo si è chiesto. Sembrava sicuro, s’era appollaiato come al suo solito, aspettava solo che il pallone rotolasse tra le sue mani sicure e invece niente, gli è sfuggito, colpa di quella deviazione, non l’ha preso, gli è scappato via e ha rotolato sì, in rete però. L’ha raccolto nel sacco, si è sentito morire perché quel gol, in cuor suo, sentiva che potesse essere quello decisivo, quello che avrebbe riportato il Napoli giù per terra. Poi però si è ripreso, si è rialzato e non ha sbagliato più una mossa: ha evitato il raddoppio per almeno tre volte. Perché lui è fatto così, non si arrende, non molla un centimetro. L’IDOLO - Cuore azzurro Iezzo, un portiere-garanzia a prova di scasso. Mancava poco che gli facessero una statua ed è ancora così perché avrà il tempo per rifarsi, per cancellare questa dannata giornata, questa partita nata male e finita peggio. Non c’è saltello del riscaldamento che non è seguito da un “ olè, olè, olèèè...“ dei tifosi. Un giorno Iezzo disse: «La gente si identifica in me perchè sono uno di loro, uno del popolo, è bello sentire il calore dei nostri tifosi, della nostra gente. Ho un rapporto speciale con tutti perchè stando a contatto con la curva è come se stessimo vicini per tutta la partita... » . Non lo lasciano mai solo, no. Nemmeno stavolta. Dai Gennarì! (fonte: CORRIERE DELLO SPORT)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Non vorrei dire però quello che è nella foto di iezzo su questo blog e che avete, per altro giustamente, tagliato sono io :D
Posta un commento